trasimenide e' UNA
LIBERA ASSOCIAZIONE
SENZA FINI DI LUCRO

L’associazione “trasimenide” è una libera associazione  senza fini di lucro nata spontaneamente tra gli operatori del lago Trasimeno. Il suo scopo statutario è quello di “tutela e sviluppo del lago Trasimeno”. Nella sezione obiettivi sono definite le linee di azione.

Obiettivi

Di seguito sono elencati in dettaglio gli obiettivi che si pone l’associazione.

(cliccare su di un obiettivo per espanderne il contenuto)

Definire regole certe, competenze chiare e risorse sufficienti per un’ordinaria manutenzione di darsene, pontili, sponde ed altre aree e pertinenze di pubblica utilità, nonché l’ammodernamento del sistema posti barca e porti riqualificando le zone ad oggi penalizzate con pochi posti di ancoraggio come Passignano. Attrezzare i porti con strutture adeguate per il servizio necessario alle imbarcazioni e frequentatori. Fornire di attracchi per la soste temporanea per i fruitori del lago con imbarcazioni cosi come corredare di punti di atracco per la sosta temporanea tutti i porti, nonché i pontili principali che si affacciano sullo specchio d’acqua.

Creazione di un centro di emergenze per il lago attivo tutto l’anno con strumenti mezzi e persone adeguate allo scopo, anche utilizzando le forze di volontariato tipo Croce rossa e protezione civile. Sia il centro logistico che le imbarcazioni disposte allo scopo devono essere corredate di radar e sistemi di monitoraggio costante per il lago

Possibilità, da parte pubblica e privata, di coltivazione del canneto, con tagli periodici della vegetazione così come sempre avvenuto al Lago Trasimeno fino all’istituzione del Parco stesso. Nelle aree sottoposte a specifico vincolo – come l’area dell’Oasi La Valle – il canneto potrà essere coltivato compatibilmente con i periodi riproduttivi e migratori dell’avifauna.

Migliore e più efficace regolazione del contenimento degli animali invasivi (cinghiali, nutrie, ecc.) all’interno del Parco e nelle sue aree pertinenti. Si richiede su questo argomento – molto sentito dalla popolazione ed utile anche all’ecosistema del lago – un maggiore protagonismo dei Sindaci, nonché la possibilità di abbattimenti selettivi durante tutto l’anno.

Ripristinare, ove necessario, i dragaggi sul fondale. Una pratica interrotta per l’opinabile definizione di rifiuto attribuita ai fanghi di fondo del lago, ma che era estremamente utile a ridurre l’interramento progressivo del bacino, fenomeno particolarmente preoccupante in un lago laminare; a rimuovere la vegetazione depositata, talvolta in più strati, sul fondale; a permettere un regolare funzionamento della navigazione pubblica e privata e il corretto accesso a darsene, attracchi e pontili.

Prevedere nel Piano l’opzione di attivazione dell’immissione diretta dell’acqua direttamente nel bacino del lago tramite la canalizzazione in uscita sul torrente Paganico dalla diga di Montedoglio. Questo permette di contrastare i ciclici decrementi del livello, compatibilmente con le quantità di acqua immagazzinate all’interno della diga e le sue previsioni di utilizzo. Proseguire gli sforzi verso la realizzazione di un allaccio con la diga sul fiume Chiascio, come contributo ulteriore alla stabilizzazione del livello.

Disporre norme regolamentari per permettere la rimozione delle piante cadenti sullo specchio d’acqua, fenomeno che riguarda migliaia di alberi dopo l’incremento di livello degli ultimi due anni. Contemperare su questo aspetto il potere di ordinanza del Sindaco. Tenere in considerazione il valore energetico di questa massa di materiale organico, magari introducendo un ciclo biomasse la cui produzione possa sostenere impianti di pescicoltura. Attività economica, quest’ultima, in grado di sostenere il settore pesca nelle fasi di ridotta cattura.

Definire nel Piano norme di dettaglio sull’obbligo di ripulitura dei fossi e delle scoline che portano acqua al lago per poter, anche tramite ordinanza sindacale, richiamare i privati ad un specifico ventaglio di regole finalizzate ad una manutenzione stagionale obbligatoria per tutti coloro che possiedono terreni prossimi al lago. Tutti i frontisti debbono curare il proprio terreno e non lasciarlo incolto possibilmente coltivato e curato, le recinzioni devono essere costituite da materiale in legno basso che favorisca la visione del paesaggio. Dalla pista ciclabile ogni 1000-2000 metri deve essere creata una scesa adeguata per permettere ai fruitori l’ingresso al fronte lago.

Per favorire l’attività agricola in prossimità del lago – migliorando la manutenzione del reticolo idraulico minore (fossi e scoline), le sponde e più complessivamente il paesaggio, depauperato dall’abbandono negli ultimi anni delle coltivazioni – promuovere modifiche normative che consentano di variare la strumentazione urbanistica e di settore vigente, comprese quelle relative al Piano stralcio del Trasimeno,(PS2) permettere l’istallazione temporanea di strutture con tipologia e metratura concordata nei terreni privati confinanti con lo specchio di acqua con la struttura di tipo rimovibile se necessario per la pubblica utilità. Tale strutture permettono la sosta il ricovero delle persone che fruiscono il luogo e la custodia delle apparecchiature necessarie per la corretta conservazione ed utilizzo del terreno di proprietà.

Individuare uno specifico gruppo di esperti della Regione Umbria che – partendo dal basso, con un colloquio costante con amministrazioni ed associazioni – possa mettere a punto una serie di bandi da far rientrare nella programmazione comunitaria attualmente in corso, con specifici interventi sulle aree Parco (valorizzazione, promozione), sull’attività di pesca e sui percorsi ciclabili, in particolare finalizzati al miglioramento della cosiddetta pista. Si sottolinea poi il ruolo fondamentale delle attività sportive ecocompatibili in acqua e lungo la costa, anche su queste possono essere valorizzate con i fondi comunitari, anche rivedendo il regolamento riguardante lo sci nautico.

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